Dopo il successo di pubblico della personale di Johnny Pixel in occasione della precedente edizione di Photofestival Milano, anche quest’anno Manifiesto Blanco partecipa alla rassegna proponendo una mostra fotografica sul Giappone di grande interesse: un Giappone “crocevia dei sogni” (letteralmente: 夢の巷, traslitterato in yume no chimata), quello raccontato da Eduardo Alcívar Núñez nelle serie fotografiche ispirate dal suo ultimo viaggio nel Paese “all’origine del Sole”. Yume no chimata è un’espressione utilizzata nella letteratura giapponese classica, ma comprensibile anche oggi: chimata vuol dire viuzza e yume no chimata potrebbe esser interpretato come “il sentiero che può portare nella dimensione del sogno”, al limite della soglia tra mondo reale e dimensione onirica.
Questa ambivalenza tra sogno e realtà trova nell’allestimento il suo specchio, grazie ad un doppio registro narrativo che alterna il sontuoso bianco e nero delle stampe ai sali d’argento su carta baritata ilford ai toni tenui delle polaroid scattate a bordo del treno Shinkansen. Incontri, ricordi e desideri che emergono e diventano tangibili a contatto con le molteplici espressioni della civiltà nipponica, così straniera e familiare al contempo. Una serie di vivide visioni – lontane dai più comuni cliché ma allo stesso tempo specchio di un preciso immaginario collettivo – che vanno a comporre un percorso pieno di intersezioni, di bellezze nascoste, di piccoli dettagli e ambiguità.
Yume no chimata non è solo una mostra, ma una vera e propria esperienza sinestetica dove le immagini fotografiche si mescolano ai sapori, ai gesti ed ai sentimenti tradizionali del Giappone in occasione d’una serie di eventi e dimostrazioni dedicati alla cerimonia del tè e al teatro Nō. Ancora, nella serata del vernissage, sarà presentato il raffinato booklet che raccoglie alcune delle foto in mostra, ideato dal curatore e realizzato in tiratura limitata da Luca Cisternino secondo i dettami della legatoria Watoji.