La mostra – a cura di Elisabetta Sem – presenta un nucleo recente di opere che indagano ed esplorano concetto e interpretazione della sezione aurea, linguaggio matematico della bellezza, partendo dalla suggestione paesaggistica, formale e cromatica della Val Codera in Val Chiavenna – provincia di Sondrio – luogo vissuto in prima persona dall’artista, per concludersi nello spazio della galleria milanese.
I lavori – carte, tele e una scultura in metallo – sono suddivisi in 6 nuclei entro una progressiva elaborazione delle proporzioni auree, dalla linea al poligono plastico regolare, raffinata e sottile stilizzazione del cristallo: Visione, Segnale aureo, Luogo, Frammenti, Luogo-Spazio, Aureo.
I luoghi di origine e di elezione di Paolo De Stefani rappresentano il presupposto inscindibile della sua ispirazione artistica, non tanto come assimilazione e fedele restituzione di immagini paesaggistiche riconoscibili, quanto come respiro profondo di un’essenza sottile e intellettuale delle forme montuose, come interpretazione degli elementi naturali che coglie l’essenza più autentica e raffinata delle gamme cromatiche.
L’autore cerca nel disegno le radici dell’osservazione e della sua stessa arte: “Questa espressività è in parte legata alla morfologia della roccia: profonde fenditure sono evidenti in alcune mie opere, soprattutto nelle pitto-sculture e nelle ultime con figure geometriche dalle forme essenziali, purificate, stabili e instabili al tempo stesso. Non copio quello che vedo, lo interiorizzo”.
Il lavoro parte da un radicamento alla materia e si chiude in una dimensione spaziale di infinito, accostabile alla sensazione di vuoto che si percepisce in alta quota: distillato di una sensazione fisica e al contempo dimensione astratta e universale.