Anche per questa XIV edizione di Photofestival – la rassegna milanese di fotografia d’autore – Manifiesto Blanco presenta nei propri spazi un progetto site-specific ideato da Armando Tinnirello, che esplora il tema eterno e fondamentale della dimensione sacra del Creato, colto nel suo emergere in rigogliose forme vegetali e spontanee. Alle forze potenti e generose del sottosuolo – la “Tellus Mater” che è anche l’inconscio – si contrappone dialetticamente la “Maschera”, l’artefatto umano/razionale (la “persona”), che se in qualche modo nasconde la realtà primigenia, dall’altro anche si integra con essa, la rivela, ne costituisce il compimento e non la negazione.
La Cerere di Tinnirello si manifesta coronata di foglie, fiori e rami, con la sua presenza, antichissima e inquietante, la sua atavica bellezza, in un mondo che è tuttavia sempre più ferocemente manipolato e dominato dalla techne irresponsabile dell’uomo. Le fotografie delle Shaman Series ritraggono una figura metamorfica e ibridata; il volto vivo, dallo sguardo misteriosamente penetrante, di una Donna paludata nell’argilla e nella ramaglia, mentre trapela dalle profondità di un velo (il manufatto, il razionale, il “trucco”: pensiamo anche, banalmente, al belletto, alla cosmesi, e alla sua estremizzazione nella chirurgia plastica), che però non ne sopprime (non dovrebbe sopprimerne) l’essenza, lasciandola essere nella sua rude, ruvida femminilità, nel suo potere selvaggio.
Lo sciamano di Tinnirello evoca le forze sorgive della Natura, se ne fa interprete sensibile e custode rispettoso, al fine di governarle in modo consapevole e saggio. È questo il senso dell’appello dell’artista ai suoi contemporanei.
La magia sciamanica, in una realtà non mitologica ma positivamente “moderna” e tecnologica, consiste nella capacità di rappresentare un rapporto dialettico tra ratio umana e realtà naturale in cui quest’ultima non sia (più) semplicemente sfruttata, brutalizzata, sfigurata e condannata, ma guidata in una armoniosa espressione fenomenica, educata.
Questo armonioso ricomporsi dell’Unità originaria è raffigurato come un compito che l’individuo può e deve realizzare anzitutto in se stesso, instaurando un dialogo sereno tra la propria dimensione consapevole e progettuale e l’elemento spontaneo e inconscio.