«Questa mostra, nei miei intenti, dovrebbe rappresentare un’occasione importante: “salutare”, dare l’addio a certi paesaggi che ho visto per tanti importanti e formativi anni del mio percorso artistico ma attraverso un registro, una scelta e un approccio che definirei sentimentali.»
Dopo la complessa e frastagliata mostra Il velo dipinto (2016), Luca Conca ritorna a Manifiesto Blanco con una nuova serie di dipinti che costituiscono ognuno un gesto di commiato – reale e simbolico al contempo – allo studio che da oltre 15 anni lo vede dipingere fra le sue mura. Riflettendo sul titolo scelto per la mostra, Luca spiega che la parola “addio” intende suggerire il rifiuto di una trasfigurazione concettuale del dato reale sulla tela (al contrario di ciò che faceva Cézanne con il suo Mont St. Victorie), a favore invece di un omaggio puramente pittorico e sentimentale ai paesaggi che, al di là delle finestre, lo hanno accompagnato quotidianamente per 3 lustri: «voglio semplicemente dipingerli per dire di averlo fatto, almeno una volta.».
Le vedute “di genere” o “da cartolina” dalle quali sovente Conca ha condotto affilate analisi e dedotto sofisticate rielaborazioni pittoriche (il più delle volte, venate d’ironia) lasciano questa volta il posto a paesaggi nei quali gli elementi simbolici e iconografici vengono tralasciati a favore di notazioni squisitamente geofisiche e planimetriche. Si tratta quindi, afferma Luca, di dipingere questi scorci «con la cura e l’attenzione del pittore che sono oggi, ma al tempo stesso con l’amore del pittore che li ha sempre avuti davanti». I suoi mentori (ma non modelli, in senso stilistico) sono John Constable «che ha preferito restare nella campagna del Suffolk e dipingere per tutta la sua vita i sentieri e gli alberi che vedeva nelle sue passeggiate o, ancora, David Hockney, che qualche anno fa è tornato nello Yorkshire per dipingere i luoghi della sua giovinezza, in un ciclo che poi è diventato una mostra importante».
Un giro di boa, una virata. E’ così che Luca definisce l’occasione di questa nuova mostra a Manifiesto Blanco, che rappresenta uno stimolo per trovare nuovi percorsi pittorici, in qualche misura accomiatandosi da alcuni stilemi divenuti caratteristici col passare degli anni: «dipingere questi luoghi a me cari è l’occasione per dirgli addio, ma anche per dire “addio” ad una certa modalità di rappresentare il paesaggio».